Biografia

Sergio Lombardo, psicologo e artista, è nato a Roma nel 1939.

Dopo gli studi classici e di giurisprudenza si è dedicato alla ricerca artistica e alla psicologia sperimentale dell’estetica. È fondatore della Teoria Eventualista, da cui è nato un movimento artistico e teorico basato su metodi sperimentali.
Esordì come artista nei primi anni Sessanta insieme ai protagonisti della Scuola di Piazza del Popolo  presso la galleria La Tartaruga esponendo con Rotella, Kounellis, Schifano, Festa, Angeli, Mambor, Tacchi, Ceroli e Pascali.

Il suo lavoro artistico è caratterizzato da programmatica discontinuità e può essere raggruppato in periodi o cicli ben distinti.

Presso la Tartaruga di Roma espose Monocromi (1958-1961), Gesti Tipici (1961-1963), Ritratti Colorati (1963-64). Nel 1966 in polemica con l’Anacronismo abbandona La Tartaruga.

Presso La Salita di Roma espose Supercomponibili (1965-1968), Sfera con Sirena (1968-1969), Progetti di Morte per Avvelenamento (1970), Concerti Aleatori (1972), Esperimenti di Psicocinesi (1974).

Dal 1972 al 1978, trasformando lo studio in un laboratorio di psicologia sperimentale, esegue i Concerti Aleatori.

Nel 1979 inventa lo Specchio Tachistoscopico con Stimolazione a Sognare, per mezzo del quale il pubblico la notte successiva all’esperimento di specchiarsi può sognare la sua “Vera Immagine”.

Dal 1980 inizia una complessa ricerca di Pittura Stocastica basata su algoritmi matematici e programmi di randomizzazione: Pittura Stocastica Tan, Sat e Ran (dal 1980), Tiling (dal 1990), Quilting (dal 2017).

Nel 1970 ottenne una sala personale al Padiglione Centrale della Biennale di Venezia, dove espose ancora nel 1993, 2009, 2013.

Ha esposto presso il Museo Nazionale d’Arte Moderna di Tokyo (1967), il Jewish Museum di New York (1968, 1999), il Centre Georges Pompidou di Parigi (1969, 1995), il Philadelphia Civic Center di Filadelfia (1973), le Scuderie papali al Quirinale di Roma (2001, 2007), il MLAC dell’Università La Sapienza di Roma (1995), Mosca (1989), San Pietroburgo (1989), Varsavia (2001), Stoccolma, Johannesburg (1995). Walker Art Center, Minneapolis (2015), Dallas Museum of Art (2015), Philadelphia Museum of Art (2016), Tate Gallery di Londra (2016).

Opere in permanenza presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Philadelphia Civic Center di Filadelfia, il GAM di Torino.

Nel 1959 ha ottenuto il Diploma di Maturità Classica.

Nel 1965 ha ottenuto il Diploma HC dell’Accademia di Belle Arti di Porec.

Nel 1995 è stato eletto active member dell’International Informatization Academy di Mosca.

Dal 1977 è Direttore del Centro Studi Jartrakor, che svolge attività di ricerca sperimentale sulla Psicologia dell’Arte, dotato di un proprio Laboratorio di Psicologia dell’Arte, di una Biblioteca specializzata, ed è in grado di produrre un’intensa attività editoriale, espositiva e di organizzazione anche internazionale di eventi artistici e scientifici. In questa veste collabora con le più importanti cattedre universitarie e con i musei di tutto il mondo. Recentemente l’attività del Centro Jartrakor è stata oggetto di studi storici, fra cui si segnala: Paola Ferraris, Psicologia e Arte dell’Evento, Gangemi editore, Roma 2004.

Dal 1979 è iscritto all’Albo dei Giornalisti nell’elenco dei Direttori Responsabili.

Dal 1979 è Direttore della Rivista di Psicologia dell’Arte, alla quale hanno collaborato: C. Christov Bakargiev, Dir. Museo Rivoli, Torino; M.Shuster, Università di Colonia; J. Langerholc, Università di Monaco di Baviera; G. A. Fine, Università del Minnesota; P. Sprinkart, Università di Monaco di Baviera; H. Hoge, Università di Oldenburg; G.C.Cupchik, Università di Toronto; G.A.Golitsyn, Università di Mosca; H.Benziman, Università di Gerusalemme; C.Martindale, Università del Maine; V.M.Petrov, Russian Institute of Art Studies; V.J.Konecni, Università di California; C.Greco, Università di Roma 3; S.Lux, Università di Roma “La Sapienza”; M.Krampen, Hochschule der Künste, Berlino, e molti altri illustri studiosi.

Dal 1982 è professore presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nell’insegnamento di Teoria della Percezione e Psicologia della Forma, ora Accademici Emerito.

Dal 1985 è membro dell’Associazione Internazionale di Estetica Empirica.

Dal 1992 è iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi del Lazio.

Dal 1992 è iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi del Lazio.

Nel 1995 gli è stata conferita la nomina di Accademico dell’Università Internazionale di Mosca.

Nel 2015 gli è stata conferita la nomina di Maestro Accademico Emerito dall’Accademia di Belle Arti di Roma.

I suoi scritti scientifici figurano su: Rivista di Psicologia dell’Arte, Kunst und Therapie, Iskusstvo i Emozii, Empirical Studies of the Arts, Problems of Informational Culture, Psychology and the Arts, Nodes, Lomonosov Moscow State University, The International Information Nobel Centre Russian New University, Cambridge Scholars Publishing.

Born 1939, Rome, Italy, where he lives and works.

At a very young age, Sergio Lombardo abandoned his studies in law and psychology to pursue his passion for art. His first body of work, produced between 1958 and 1961, was a series of paintings made of paper squares pasted on canvas in the shape of a grid, coated with layers of monochrome enamel. Lombardo opposed the notion of the artist-as-genius, and sought to produce works that were non-artistic, drained of any subjective mark. From 1961 he grew closer to the Scuola di Piazza del Popolo (Piazza del Popolo School, also known as the Pop artists of Rome), composed of Mario Schifano, Cesare Tacchi and Renato Mambor among others, participating in some of the most important group exhibitions at the Galleria Tartaruga. As he developed a greater aperture towards the world of the mass media, he began to work on the series Gesti Tipici (Typical Gestures 1961–3), which portrayed, first in black in white, then also in colour, some of the most relevant and iconic political figures of the time, including Malcolm X, McNamara, Rockefeller, and De Gaulle.

The works Nikita Krusciov and John F. Kennedy, both from 1962, depict the black and white silhouettes of the politicians, leaders of the world’s two superpowers during the Cold War. Belonging to the series Typical Gestures (first exhibited at the Galleria Tartaruga in 1963), the works immortalise the authoritative postures, and formal clothing of the figures, which retain their unmistakeable (or ‘typical’) aura. Lombardo’s choice to use black and white, and to reduce the images to their bare silhouettes, relates to his understanding of ‘industrial aesthetics’, drawn from black and white television, and from the press. Lombardo underlined the non-figurative quality of his works, which were documents, as opposed to representations or portraits; their grand scale, and the deliberately impersonal manner in which they are represented, heightens the sense of grandiosity and iconicity attributed to his subjects, familiar to the viewer’s perception because of their omnipresence in the media.

Sofia Gotti
September 2015

TATE Gallery London

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